mercoledì 1 marzo 2023

VIOLENZA SESSUALE

Avevo 25 anni. Energia da vendere. Fame di sapere e di fare. Avevo un buon lavoro che occupava molte ore della giornata. Avevo però un paio di pomeriggi da riempire e l'ozio non mi appartiene. 
Per questo accettai una proposta di lavoro interessante, presso lo studio di un noto pittore romano. Conosciuto e stimato da tutta la famiglia. Lo studio si trovava in un ricco quartiere di Roma, a due passi da tutte le mie abitudini.
Iniziai a lavorare.  Spesso sola a volte con lo "stimato" pittore. 
Un giorno qualunque, in questo studio/trappola, uguale agli altri, senza avvisi lampeggianti o campane a morto, tranne un improvviso click della serratura, e, mi ritrovai un paio di forbici puntate al collo. Le forbici erano grandi, tipo quelle da sarta per tagliare i "tessuti". 
La bocca di una "bestia" in calore addosso. Tra umidità, vapore, sapore e "odore" di maiale.
La richiesta implicita dietro la maschera della pretesa era un rapporto sessuale che non ammetteva rifiuti.
Secondi che diventano buio perché nemmeno il fattore sorpresa è ponderabile. Il corpo agisce in maniera autonoma rispetto alla mente. Quale dei due a difesa in quell'istante non si capisce. 
(La lucidità per un attimo muore. C'è ancora chi dubita sulla violenza sessuale subita da Pamela Mastropietro. Io ero psicologicamente sana eppure ho perso la lucidità per alcuni istanti. E se sei fragile?)
Credo che a svegliarmi dal "fattore sorpresa" furono le due punte ferrose delle forbici sul collo. Ripresa piena facoltà la mia reazione fu di contrattacco. La mia faccia, i miei 25 anni contro la sua faccia e i suoi 60 passati da un po'. Gli dissi che non servivano le forbici e che poteva farne a meno. Il maiale abbassò per un attimo la guardia e la rabbia di quanto ero costretta a subire prese il sopravvento. Gli sfilai le forbici e gliele puntai in faccia. Con le stesse forbici e con la pretesa della sua lontanza fisica arrivai alla porta di ingresso. Mentre aprivo la porta, che aveva chiuso a più mandate, il maiale mi disse: le donne a me si concedono e lo fanno entrando qui. Vengono qui apposta. La mia parola contro la tua.
Ricordo che dopo essere riuscita ad aprire la porta lanciai le forbici, a caso, lontano da me.
A questo fatto non seguì mai una denuncia formale. Solo l'intimazione a starmi lontano anni luce, da parte di un grande Uomo, Amico, Avvocato, datore di lavoro.
La denuncia per tentata violenza sessuale non ci avrebbe portato a nulla. La mia parola, quella di una "nessuno" contro la sua quella di "un ricco stimato uomo e pittor", per bene.
Non avevo appoggi di nessun tipo. 
Il maiale usò anche la mia faccia in un quadro. Ma chi è abituato a rubare lo fa in ogni dove.
Non mi ha rubato la serenità perché in fondo la mia difesa, immediata, è stata la mia personale vittoria.
Alla fine le forbici erano nelle mie mani. Non nelle sue.
Io ho vinto.
La legge, sono passati per me 30 anni e più da allora, non conosce e non concepisce la violenza sessuale. 
Non è dimostrabile e non trascrivibile quello che tale violenza lascia nella mente. L'atto sessuale è il male minore qualora vi fosse.
Il male più grande è l'impotenza davanti all'impossibilità di difendersi.
Ancora oggi e davanti ad un omicidio si dubita. Ancora oggi nel 2023 si pensa che una ragazza se l'è andata a cercare. Già e precisamente io a 25 anni cosa cercavo?
Una scopata con un ultra sessantenne? Bè era ricco avrebbero potuto dire. Bè era famoso avrebbero ribadito. 
Bè avrebbe potuto uccidermi ho sempre risposto.
Oggi a 57 anni sarei stata in grado di infilargli quelle forbici nello stomaco. Lo avrei fatto. A 25 non ero capace. Ma comunque è morto da solo nel frattempo. 
L'unica difesa sicura che ci rimane ancora oggi.
Valentina Barigelli